giovedì 30 agosto 2012



RA



Ra (noto anche nella forma ) (IPA:Rɑ: ) è il Dio-Sole di Eliopoli nell'antico Egitto. Emerse dalle acque primordiali del Nunportato tra le corna della vacca celeste, la dea Mehetueret. È spesso rappresentato simbolicamente con un occhio (l'occhio di Ra).


A partire dalla dodicesima dinastia (ca. 1990 a.C.) in avanti fu congiunto con il dio tebano Amon fino a diventare la più importante divinità del pantheon egizio con il nome di Amon-Ra. Egli rimase per secoli il dio supremo, tranne per un breve periodo durante il periodo di Akhenaton (1350 a.C. - 1334 a.C.) quando fu imposta nell'Egitto l'esclusiva adorazione di Aton, il disco solare stesso. In tempi più recenti, fu associato a Heryshaf.
Fu anche il padre di Heget e di Bastet.
La teologia di Ra ebbe probabilmente un forte impulso a partire dal faraone Snefru, primo faraone della IV dinastia. Infatti per la prima volta dopo Snofru i Faraoni assunsero il titolo di Figlio di Ra, titolo che entrò a far parte dei cinque nomi tradizionali del Faraone.
Ra è un dio creatosi da solo, essendosi formato da Mehturt, un tumulo (vedi Ogdoade) che diviene dalle acque di Nu, o unfiore di loto. Creò anche Shu e Tefnut dal suo sperma o muco, Hu e Sia dal suo sangue e l'umanità dalle sue lacrime.
Il sole è il corpo di Ra, o solamente il suo occhio. In Eliopoli (la capitale del suo culto), Ra era adorato come Atum (il tramonto del sole), Ra-Harakhti (il sole allo zenit) e Khepri ("il sole che sorge") associato ad Harmakis (Horus sorge all'orizzonte). Più tardi fu associato ad Horus.
Benché Ra e Atum ("colui che completa o perfeziona") fossero lo stesso dio, Atum era utilizzato in vari modi. Egli era primariamente il simbolo del sole che tramonta ed era anche un sostituto di Ra come creatore di Shu e Tefnut. In alcuni culti Atum era stato creato da Ptah. Atum era il padre di Hike.
Atum era il capo dell'Enneade ed era rappresentato da Mnevis, il toro nero. Era associato al serpente, lucertola, scarabeo, mangusta e leone.
Ra percorreva ogni notte il mondo degli inferi su una nave reale, dove navigava lungo il Nilo celeste attraversando la Duat, superando Caos per emergere ancora una volta all'alba, trionfante, protetto dal mostro Apep da Seth e Mehen. Durante il viaggio era noto come Auf o Efu Ra.
È colui che ha creato l'uomo, fu il primo Faraone e stabilì i costumi degli Egizi.
A Eliopoli la sua pietra Benben divenne oggetto di culto e di venerazione.
Hathor e Ra una volta discussero e lei lasciò l'Egitto. Thot, travestito, riuscì a convincerla a tornare.
L'identificazione di Amon-Ra con Zeus e Giove era riconosciuta dai Greci e dai Romani (Amon-Zeus e Giove Ammone). I Greci diedero il nome di Diospolis Magna, città di Zeus, a Tebe. Egli era anche associato con la Fenice.
I simboli di Ra sono il disco solare o il simbolo Sun symbol.ant.png (Il simbolo astronomico del sole: un cerchio con un punto nel centro).



martedì 28 agosto 2012


ANUBI
Nella religione egizia, Anubi era la divinità che proteggeva le necropoli ed il mondo dei morti, per cui veniva anche chiamato 
"Il Signore degli Occidentali".
Prima divinità dell'Oltretomba, come recitano i "Testi delle Piramidi", venne successivamente sostituito da Osiride, già verso la V dinastia, ma restava il dio protettore del XVII nomos dell'Alto Egitto il cui capoluogo, Khasa, venne chiamato, in epoca ellenistica, Cinopoli ossia "Città dei canidi" per il culto che vi veniva celebrato.
Aveva numerosi titoli che coglievano i vari aspetti della complessa natura del dio, tra i quali:
  • "Colui che presiede l'imbalsamazione"
  • "Colui che è sulla montagna" intendendo la montagna ove erano scavati gli ipogei
  • "Colui della necropoli"
  • "Colui che è nelle bende" intendendo le bende funerarie ma dall'oscuro significato
Aspetto:
Nel primitivo culto zoolatrico, Anubi era raffigurato come un cane dal pelo rossiccio, con grandi orecchie e lunga coda, ma a partire dal Nuovo Regno veniva rappresentato con il corpo di uomo e testa di cane,chiamata poi genericamente testa di sciacallo, per identificare così l'animale che si nutre di carogne e quindi strettamente connesso alla morte.
La testa era raffigurata nera perché questo colore indicava la putrefazione dei corpi, il bitume impiegato nella mummificazione ma anche il fertile limo, simbolo di rinascita.
La forma mista di corpo umano e testa di canide non deve far credere che gli Egizi immaginassero e adorassero un dio semi-umano ma significa che essi vedevano nel cane randagio, della Valle del Nilo, la possibile forma, detta ipostasi, dell'apparizione del dio Anubi (Hornung).
Quindi la comune immagine di questo dio altro non era che un geroglifico indicante la "natura e le caratteristiche" della divinità e non certo il nome.
Le divinità ibride con testa di canide erano diverse e ne citiamo tre: Anubi, Upuat e Khentamentyu.
Genesi:
Anubi veniva definito nei "Testi delle piramidi" come quarto figlio di Ra generato con la dea Hesat, dalla testa di vacca.
Le varie teologie, in realtà molto confuse, lo indicavano anche come figlio, frutto di un rapporto tra Osiride e Nefti oppure della coppia Nefti-Seth ed era anche indicato come fratello di Osiride mentre, inizialmente, negli antichi testi non venivano citati né genitori né coniuge.
La dea Qeb-hwt, anche conosciuta come Kebechet ossia "Colei che versa l'acqua fresca" che ristorava i defunti era considerata la figlia di Anubi e qualche volta la sorella.
La sua paredra era la dea Inpwt avente anche lei per simbolo il canide ed un centro di culto sempre nel XVII distretto dell'Alto Egitto.
Ruoli nella mitologia:
Protettore della sacra terra della necropoli, aveva il compito di accompagnare il Ba del defunto davanti al tribunale supremo degli dei, così come narrato nel "Libro dei morti", illuminando il cammino con la Luna tenuta nel palmo della mano. In questo caso diveniva la forma sincretica del dio Upuat che significa "Colui che apre la strada" ed era anche assimilato all'altra divinità canide Khentamentyu ossia "Colui che è a capo della necropoli".
Come rappresentato il alcune tombe del Medio Regno della necropoli tebana, Anubi appare chinato sul defunto con lo scettro rituale wr-hk3w detto "Grande di magia" il cui scopo era quello di ridonare la vita.
Ebbe anche un ruolo importante nel mito di Osiride del quale imbalsamò le spoglie, su ordine di Ra, facendone così la prima mummia e divenendo quindi il dio protettore dell'imbalsamazione.
Gli stessi imbalsamatori erano suoi sacerdoti e quello che presiedeva ai riti funebri indossava la maschera nera con le sembianze del dio, divenendo egli stesso la personificazione della divinità.
Partecipava inoltre alla psicostasia ove conduceva il defunto nella "Sala delle due verità" e ne pesava il cuore assieme al dio Thot che come scriba ne registrava la pesatura.
Successivamente fu associato, dai Greci, a Hermes Psychopompos ossia "Hermes che accompagna le anime" con il nome di Ermanubi che poche caratteristiche aveva del dio dinastico Anubi.
Nel Libro XI de Le metamorfosi di Apuleio si trova la testimonianza che il culto di Anubi durò, a Roma, almeno fino al II secolo d.C.
Iconografia:
La più antica rappresentazione di Anubi è in una tavola risalente al sovrano Aha della I dinastia nella quale veniva anche citata la festività collegata al dio che veniva inizialmente rappresentato solo come canide dalla lunga coda e con uno scettro sekhem posizionato sopra una mastaba.
Successivamente era spesso raffigurato nelle pitture parietali degli ipogei unitamente al sovrano defunto e sovente con un'altra divinità dal corpo di uomo e testa di falco con doppia corona: era, quest'ultimo, il dio protettore dei defunti Harsiesis.
Nella tomba di Nakhtamon a Deir el-Medina ed in altre tombe è raffigurato con testa d'ariete ed un serpente sulle corna con il significato di personificazione, o sincretismo, in Ra come sole della notte e signore dell'Oltretomba.
Durante il Nuovo Regno veniva rappresentato anche nei sarcofagi. Resta notevole testimonianza il reperto del tesoro di Tutankhamon ove il dio doveva assolvere il compito di protettore degli arredi funerari e sempre con scopi apotropaici la sua effigie compariva nei sigilli delle tombe reali e nobiliari.

Altri nomi:
  • Anubis
  • Inpu
  • Anepu







sabato 21 luglio 2012

GLI GNOMI



Tra le creature che appartengono al Piccolo Popolo, gli Gnomi sono sicuramente i più misteriosi. Sul loro conto infatti sappiamo pochissimo la loro straordinaria timidezza e la diffidenza nei confronti delle cose umane li hanno spinti a vivere in luoghi remoti e a circondarsi del più fitto mistero.

E' probabile che i loro antenati siano gli spiriti dei boschi che secondo Greci e Latini difendevano gli alberi e abitavano nei tronchi o fra i rami. Sono gli Gnomi che piantano i semi di nuovi alberi, ne curano le radici e si occupano dei cuccioli e dei piccoli uccelli rimasti senza genitori e sono sempre loro che fanno sfuggire l'ascia di mano ai boscaioli o sbagliare la mira ai cacciatori. Al minimo segno di inquinamento però cambiano zona, nascondendosi nel profondo dei boschi: plastica, cartacce, scorie chimiche e sporcizia di ogni genere sono i loro grandi nemici e uno Gnomi costretto a viverci in mezzo può anche morire.

Gli gnomi spesso sono confusi con i Folletti e con i Nani, ma sono assai diversi!

I Folletti hanno un carattere assai più bisbetico e dispettoso e soprattutto amano curiosare nelle case degli uomini cosa che invece gli Gnomi detestano. Quanto ai Nani abitatori del sottosuolo e lavoratori instancabili, la rassomiglianza con gli Gnomi è assai più vaga: oltre ad essere più alti sono malinconici e severi. Nessuno li ha mai sorpresi a ridere e a scherzare, mentre sappiamo che l'allegria è una delle doti più simpatiche ed evidenti dei piccoli gnomi.
Origine del nome

L'origine del loro nome è incerta; sembra che il primo a usare la parola Gnomo sia stato molto tempo fa un alchimista di nome Paracelso. Il termine deriva da "gnomizo" che in greco vuol dire "conosco" e gli Gnomi infatti sono creature sapienti che conoscono i misteri della natura e sanno tutto quel che c'è da sapere sulle piante e sugli animali, compresi alcuni segreti che l'uomo, nonostante la sua scienza, ancora non è capace di spiegare.

Aspetto fisico

Lo gnomo del bosco o della foresta è forse il più comune, non ama farsi vedere dagli uomini. La vita di uno gnomo dura circa 400 anni, la loro vita è sana, non mangiano molto e fanno tanto esercizio. Fumano la pipa che, mentre si fuma, tocca per terra.

Statura

Lo gnomo dei boschi adulto è alto 15 cm (senza berretto) e pesa 300 grammi il maschio e 250/275 grammi la femmina.

Corporatura

La corporatura è tozza, ma agile e robusta. E’ sette volte più forte di un uomo e anche la sua intelligenza è superiore. Possono correre molto in fretta e saltare molto in alto. Tiene i piedi leggermente rivolti in dentro, per essere più veloce nella corsa.

Viso

l viso è caratterizzato da una folta barba, che diventa grigia prima dei capelli. La carnagione è chiara, ma le guance paffute sono rosse, specialmente quelle dei più anziani. Il loro viso esprime serenità, sembrano miti, dolci, a volte pensierosi ed in altre occasioni vivaci e gai. Possono diventare minacciosi, se occorre e si spaventano di rado. Hanno timore solo delle puzzole.

Naso 
Il naso è diritto, leggermente rivolto all’insù.
Occhi 

Generalmente gli occhi sono grigi, ma possono essere anche di altri colori. Sono sempre circondati da molte rughe, quelle che sono dette rughe del sorriso. Sono espressivi, limpidi e brillanti, vispi e furbi come loro. Vede benissimo al buio.

Bocca 

La bocca si vede poco perché è mascherata dalla barba, tuttavia, sembra che sorrida spesso. 

Gusto

Gli gnomi percepiscono solo quattro sapori: dolce, salato, acido e amaro

Udito

Le sue orecchie sono relativamente grandi e possono essere puntate e rigirate in ogni direzione.

Odorato

Il loro naso è particolarmente grande, capace di seguire un odore familiare e capisce cosa avviene nella foresta. Così sente e riconosce alberi, muschi e piante medicinali, insetti, animali, pietre, metalli, l’acqua e gli uomini. Inoltre, gli gnomi sanno prevedere che tempo farà, i terremoti, le inondazioni o gli incendi. 

Hanno anche il senso della direzione, perciò non si perdono mai. Gli gnomi si salutano strofinandosi il naso a vicenda, anche per vedere attentamente negli occhi dell’altro e vedere i suoi segreti.

Abbigliamento

Indossa una camicia blu, poi i pantaloni verde marrone, gli stivali di feltro, di corteccia di betulla o zoccoli di legno. Intorno alla vita porta una cintura di pelle con attaccata la borsa degli attrezzi: coltello, martello, trapano, lima, ecc. Ma, la cosa più importante è il lungo cappello a cono, di colore rosso. Lo gnomo non se lo toglie mai, lo riceve da bambino e lo tiene per tutta la vita. Con questi vestiti vistosi si fa riconoscere dagli animali predatori, che così evitano di mangiarlo per sbaglio.

La gnoma, invece, che resta quasi sempre in casa, indossa un vestito grigio o kaki. La gonna è lunga fino alle caviglie. Da ragazza porta un cappello grigio, da cui spuntano le trecce. Dopo sposata, nasconde i capelli sotto un fazzoletto ed il cappello è di colore più scuro.





giovedì 19 luglio 2012

CIAU SONO DARKINA =) 
QUESTO è IL NOSTRO FUTURO PARGOLETTO/A <3
QUI SONO CON IL SUO PAPà,IL MIO DARKINO <3
TI AMIAMO TANTISSIMO VITA NOSTRA,
NON VEDIAMO L'ORA DI AVERTI QUI CON NOI <3

domenica 27 maggio 2012

Ciau ragazzi/e scusate la mia assenza ma ho dei problemi di salute perchè sono in dolce attesa quindi a mala pena riesco a stare al pc,cercherò di farmi sentire di più =) 
un bacio Darkina